ebaut mi

Mi chiamo stresserentola, ma questo è già chiaro dal titolo del mio blog, la mia storia comincia dove le altre si concludono e cioè dopo il ....e vissero per sempre felici e contenti...
sono sposata, felicemente e da tempo immemorabile con Amò e abbiamo due bambini tuofiglio e tuafiglia a cui ci imputiamo maternità e paternità secondo le peculiarità che vengono fuori di volta in volta.....
abitiamo a Palermo e Lady Mora è la nostra casa, un cantiere perennemente aperto ......
Bhè che altro dirvi, se avete voglia di sapere altro seguitemi....



e se invece volete scrivermi.... stresserentola@libero.it



che dite ... ci vediamo alla prossima?

Lettori fissi

venerdì 21 ottobre 2016

41

un mare che luccica in un posto pieno di uffici, una patente rinnovata in tempo record in una città che ti stupisce proprio quando non ti aspetti più nulla. 
Gli auguri: dell'amica che arrivano per primi, puntuali, ogni anno da trent'anni; della sentinella che avvisa tutti perché non lo dimentichino; dei colleghi che sono anche un.po' amici anche se ho qualche difficoltà ad ammetterlo; di chi si fa dare il tuo numero per mandarti un messaggio;  di mamma e papà che ti fanno sentire sempre picciridda.
Le parole: di chi ti conosce e riconosce a prescindere dal colore della tua testa, di chi ti mente dicendoti che sta bene perché oggi vuol darti solo pensieri felici; di chi li regala ogni giorno al mondo ma che solo a me riserva  punti e virgole  perché sa che il mio bisogno è dare al tutto un senso.
I regali: una fotografia, uno squarcio di  paesaggio di una passione e un sogno, un pensiero arrivato come una carezza; un libro con tante pagine bianche e una storia tutta da scrivere; la stima di chi stimi; una coperta per quando fa  freddo fuori ma soprattutto per quando fa freddo dentro.
I gesti: il caffè caldo pronto al volo, una spesa fatta a più riprese perché dimentico sempre qualcosa,  una macedonia al gusto di mojto, le arancine di taglia media e l'aperitivo con natura morta, una festa voluta malgrado il mio disfattismo dall'uomo che ha compiuto da solo tutti questi gesti.
E poi? 
Poi è tardi, si chiude la scatola, si mette un bel fiocco, si scrive 41 e si conserva nella stanza dei ricordi, sezione cose belle.
spengo la luce
Buonanotte.

venerdì 22 luglio 2016

E' Felice

-papa' è tornato a casa dalla sua bellissima famiglia, che profumino, che cosa.mi ha cucinato la mia splendida mogliettina?
-insalata di riso, apparecchi?
- buonissima l'insalata di riso
- si, ma è calda perché ho fatto tardi.
-sarà una buonissima insalata di riso calda
- ci ho messo i piselli...dobbiamo cominciare a svuotare il freezer...
- sarà una buonissima insalata di riso calda e con i piselli
- c'era solo una scatoletta di tonno al naturale..quindi va be' oggi così...
- sarà comunque buonissima, non ti preoccupare
- ma che è sta musica?
- de Gregori, ti piace? Oggi pranziamo con il sottofondo musicale...
- ma che hai? Ma chi sei?
- niente, sono felice!

mercoledì 20 luglio 2016

Incontri al buio

Qualche anno fa, ma nemmeno così tanti, c'era una bimba che aveva paura del buio,
un giorno quella bimba piuttosto che scappare via, come aveva sempre fatto, rimase a osservarlo e tutta contenta fece una scoperta,  Il buio era blu!
Oggi quella bimba ha fatto un viaggio durato tanti giorni, ma nemmeno poi così tanti, 
ha fatto nuovi incontri, 
ha conosciuto Nostalgia e insieme a lei lo struggimento infinito e l'attorcigliamento di viscere che l'ha fatta piangere e desiderare di tornare a casa.
Le si è opposta, ci ha provato in tutti i modi che conosceva, a volte ha funzionato, altre no. Poi le si è seduta accanto, l'ha osservata e ha capito:
Nostalgia si nutre di ricordi
e aveva fame, ma in fondo non poi così tanta,
si cibava di tutto ciò che trovava nella memoria, senza scartare nulla,
con una percezione del gusto del tutto particolare
così, il dolce diventava  amaro e l'amaro...dolce.
Tipo curioso questa Nostalgia,
la bimba così pensò che se l'avesse tenuta impegnata, forse, non avrebbe più pensato al cibo,
così prese Nostalgia per mano
e le impose di chiudere un momento la bocca.
Le mostrò il suo telefonino nuovo, rosso, che ha i tasti e non fa foto ma quando squilla fa girare tutti.
Le insegnò a lavare da sola la biancheria usando lo shampoo come sapone e sorprendendosi come in un giorno fosse già asciutta.
Le ha comprato una scatolina a forma di cuore con dentro una collanina in oro e diamanti pagata solo tre euro, poi l’ha persa e l’ha ricomprata da dei signori tanto gentili pagandola solo cinque euro.
L'ha condotta  con sé sui monti a cavallo,  sul fiume con il gommone a fare rafting,
le ha dato la paura di un volo sulla teleferica
e il coraggio di averla superata
ci ha giocato a tennis,
l'ha tuffata in piscina anche quando lei brontolava preferendo la dolcezza del mare,
la dolcezza del mare,
era davvero un tipo  curioso questa Nostalgia,
le ha fatto provare pure  le bolle da orticaria,
non credo che le abbia gradite
ma ha gradito sicuramente le cure di una dolce infermiera che ha spalmato pomate e offerto rifugio per un riposino rubato,
le passeggiate con Silvia e le coccole di Chiara,
l’ha tenuta stretta a sé preparandole tanti bei ricordi
con cui la nostra, ormai amica Nostalgia, potrà nutrirsi nel futuro
e se anche, ogni tanto, le tornava la voglia di  saccheggiare la dispensa,
la bimba la riprendeva per mano mostrandole un altrove del tutto nuovo.
Volendo potrei chiudere qui questa storia lasciando tutti contenti con questo finale rassicurante,
ma, sono solo una voce narrante che si limita a raccontare i fatti 
e i fatti ci dicono che la bimba nel suo viaggio fece anche un altro incontro:
la chiamano Prepotenza
no, non quella di una scaramuccia qualunque
era quella Prepotenza brutta brutta
quella che ti urla, ti rimprovera, ti riempie di parolacce
quella che ti fa sentire in gabbia, braccata, sbagliata
quella che le viscere non solo te le attorciglia
ma te le tiene in pugno strette strette fino a torglierti il fiato.
Non starò qui a raccontarvi di lei,
perché per quanto questa voce narrante sia maestra nel farsi andar bene ciò che è girato male,  davanti a Prepotenza non accetta compromessi,
perché se una cosa le è chiara e che non serve sviscerare la bruttezza per renderla tale e soprattutto che a quelle come lei lo spazio va tolto, non dato.
Mi limiterò a raccontarvi cosa fece la bimba davanti a questa nuova conoscenza:
L'ha ignorata, per quanto ha potuto.
Le si è opposta, per quanto la paura le ha concesso.
No, non si è mai seduta accanto a lei,
non l'ha osservata più di tanto né tantomeno l'ha presa per mano,
la bimba,
ha fatto l’unica cosa che era giusto fare
ha chiesto Aiuto.
Non è stato facile,
ha usato tutti i suoi 9 anni di grandezza,
tutto il metro e 40 cm di fiducia e coscienza di cui disponeva, 
42 kg di coraggio allo stato puro
e ha chiesto Aiuto.
Forse era l’unica ad avere i giusti ingredienti
o l’unica a sapere come usarli
poco importa
la formula era esatta,
Aiuto è arrivato e ha trasformato Prepotenza in un esserino piccolo piccolo e totalmente inoffensivo.
Finisce qui questa storia,
mentre la bimba prepara la sua valigia per tornare a casa e si rende conto che ha messo dentro più roba di quanta ne avesse prima,
d’altronde. anche lei è più roba di quanto non fosse prima...
ed è giusto così, il viaggio è soprattutto questo.
La chiudo qui questa storia e la chiudo adesso che sono ancora voce narrante  di fatti ascoltati da un telefonino rosso che ha i tasti e non fa foto ma che quando squilla racconta pezzetti di storia che ho solo cucito insieme.
Domani sarò silenzio,
sarò braccia che stringono e lacrime di felicità 
Domani sarò mamma 
sarò orgoglio
sarò stima e ammirazione
per una  bimba
che ancora una volta
guarda il buio e lo scopre Blu.

Stop

Tuofiglio è partito!
io ho mal di testa da 48 ore.stop
Amò  è in mutismo selettivo.stop
Tuafiglia piange come una vedova inconsolabile.stop
Mio padre tagga il mondo con siti porno.stop
Per il resto tutto bene. Stop
--

mercoledì 13 luglio 2016

Partita

Mi manca,
Evito di parlarne ma mi manca,
Mi manca il suo buongiorno, il sorriso che ha sempre negli occhi e in ogni poro della sua pelle.
Mi mancano le sue chiacchiere, le sue domande, le osservazioni acute, il suo cinismo, forse, involontario.
Mi mancano i suoi "certo" i suoi "tipo" i suoi "spiegami".
Mi manca il suo modo di spalmarsi addosso riempiendo tutte le mie pieghe,
Mi manca il suo odore, i capelli che le scosto dal viso, le labbra con il rossetto messo di nascosto.
Mi manca tutta
Mi manca tutto
E quindici giorni sono davvero tanti...

giovedì 30 giugno 2016

Uffa, sbuffo

Uffa, sbuffo
lo faccio ogni tre minuti, anche due
mi alzo, mi siedo, sto scomoda, bevo l'acqua, poi il caffè, poi di nuovo l'acqua, 
uffa, sbuffo 
e non è passato manco un minuto .
sto qui davanti a uno schermo e perdo tempo
è troppo presto perchè qualcosa finisca
è troppo tardi perchè qualcosa cominci
via di mezzo, non c'è mai
pure la marmellata mi è venuta male
era di pompelmo, molto buona, troppo consistente la prima, troppo liquida la seconda,
uffa, sbuffo
ho ripreso il ritmo
sto zitta, non ho le parole, non le trovo
e intanto lo gnomo pazzo che vive nel mio stomaco tira calci,
si chiama Piteraiden, il nome gliel'ho dato io
che chiamarlo "Raggia" pareva brutto
parla lo gnomese e io non lo capisco
si attacca alle ovaie
e tenta la risalita
Uffa, sbuffo
stai buono che non hai dove andare
ma lui è già in gola
come un'emorroide che ha sbagliato strada
mi alzo, bevo,
devo fare pipì
di nuovo
che palle
uffa, sbuffo
stop.

martedì 28 giugno 2016

un giorno da Leone

Mio marito è un uomo coraggioso!
mio marito è un vero uomo!
Non uno di quelli che non devono chiedere mai, 
No, Lui è uno che chiede, che sa ciò che vuole e a sa come prenderlo!
Lui, che con 40° all'ombra indossa la sua maglia nera attirando su di sè tutti i raggi di tutti i soli del mondo.
Lui, è sceso fiero dalla sua moto che non chiama scooter perché sa benissimo che le etichette sono profezie autoavveranti che minano l'autostima e soffocano lo sviluppo del vero sé.
Lui, è entrato fiero e impavido nel luogo dove grassi e trigliceridi fanno la controdanza con grascia e pruvulazzo.
Lui,  ha intercettato lo sguardo dell'uomo vestito di bianco, 
occhi contro occhi, 
sposta l'obiettivo sul banco degli alimenti,
l'uomo vestito di bianco afferra un cartoccio fritto ripieno di ricotta,
e mentre la musica di Sergio Leone riempie il vuoto di scena, il mio Lui, senza perdere la concentrazione, fa qualcosa che pochi uomini del suo calibro avrebbero avuto il coraggio di fare:
punta il dito verso l'uomo vestito di bianco e spara un 
"No! 
mi prenda quello accanto,
ha meno zucchero!"
ta da da da da dan ndaaaa

lunedì 27 giugno 2016

Giorno -6


Tuofiglio ha scoperto una passione per il tennis, mangia tanto filetto, ha adottato un accento tosco/romano e stasera parteciperà a una caccia al tesoro nel bosco.stop
Tuafiglia si rifiuta di parlare al telefono con suo fratello ma comincia ad apprezzare i vantaggi dell'essere figlia unica.stop
Amò ha riacquistato la parola dopo la telefonata serale del figlio e ha detto "se supero questa, le supero tutte".stop
Nonno problem solving ha sconfitto il virus che lo aveva trasformato in un social media marketing del porno ma ne ha preso un altro meno social e meno porno, curabile in un paio di giorni con una semplice tachipirina.stop
Io, tutto bene, grazie
Dichiaro finito il tempo della somatizzazione,
metabolizziamo in pace amen.

domenica 19 giugno 2016

Ogni tanto

Il fatto è che a loro due non capita mai, ma proprio mai mai, di stare soli, ma proprio soli soli, di domenica pomeriggio. Un po' perché la domenica è il giorno dedicato alla famiglia, il giorno del fermo biologico in cui bisogna godere della reciproca compagnia, senza fretta, senza stress e con la consapevolezza che tra qualche anno la parte minorenne della famiglia li mollerà per compagnie ancheggianti e brufolose e un po' perché oggettivamente non è che ci siano chissà che alternative.
Ma oggi, grazie a una congiunzione astrale favorevole e una famiglia amica, santa subito, dove i due piccoli sono rimasti a pernottare, 
si sono ritrovati sorpresi da una inattesa solitudine. All'inizio quasi non se ne capacitavano, ebri e confusi da tanta libertà, dimentichi che ci furono anni in cui questa condizione di anarchia festiva era la regola. 
Hanno passeggiato, chiacchierato, senza fretta, per il puro gusto di raccontarsi cose, anche sceme.
Hanno mangiato schifezze indiane dai nomi senza vocali e preso un gelato allo scaccio siciliano, si sono fatti foto con pose da turisti in vacanza e selfie da bimbiminkia. Sono tornati a casa e hanno ricambiato sorrisi a vicini di cui non conoscevano l'esistenza.
La solitudine, la familiarità, la complicità.
il piacere di stare in silenzio, di prendersi in giro, di guardarsi e riscoprirsi uno il proseguimento dell’altra. 
Ogni tanto si sono ricordati dei piccoli e delle loro paturnie ma per lo più hanno fatto finta di essere fidanzati, leggeri, senza memoria né responsabilità, senza lunedì...senza pensieri se non, che forse, il futuro, un giorno, potrebbe somigliare a questo molto più spesso di ora.

giovedì 12 maggio 2016

All'insegnante d'inglese di mio figlio che prima mi invita a prendere una teacher e poi lo cazzia  perché è avanti con il programma;
Alla teacher di mio figlio che mi assegna i compiti per farlo studiare così che lei verificherà se è preparato per la verifica;
Alla tizia dell'agenzia di viaggi che mi pianta in asso;
Al mister del calcetto che organizza partite in orari e posti improponibili;
Alle catechiste e al parroco che stanno riuscendo a trasformare il catechismo in un incubo;
Alla penna blu che mi è scoppiata tra le mani e all'erogatore di sapone che non eroga;
A quelli con l'iva al 4% e al 5% ma soprattutto a quelli esenti;
Ho finito,  manca solo il titolo:
" I fanculo che non ho detto"
Ora mi sento meglio, buonanotte.

mercoledì 4 maggio 2016

Una madre lo sa

Lei è la piccola di casa
è bionda, solare e sorridente
Lei si sveglia da sola, si lava, si veste ed è sempre puntuale
ha senso dell'ordine e della disciplina
chiede scusa se sbaglia
si mortifica se rimproverata
dice grazie, prego e perfavore
e se le manca il termine giusto per esprimere un pensiero, tace e riflette finchè puntuale non lo trova.
Lei è quella che chiede solo quando desidera fortemente, accetta i no con rassegnazione,accoglie i sì con sorpresa e partecipato entusiasmo.
Lei fa i compiti in totale autonomia
si alza per prima se mancano i tovaglioli a tavola,
sa sempre che giorno è e che ore sono.
Lei ha avuto un brutto virus intestinale
che le ha tolto le forze e l'appetito,
ha sofferto in silenzio come si confà a una vera donna,
il medico le ha prescritto degli integratori che puzzano di rogna e sanno di rigurgito.
Lei si prepara da sola la miscela,
aggiunge poca acqua per ridurre al minimo il fastidio della somministrazione,
poi corre in bagno, con tutto il bicchiere,
al ritorno il bicchiere è vuoto
"L'ho bevuto tutto d'un fiato" disse con la vocina da fiaba di Andersen.
Lei è una gran figlia di sua madre
e sua madre sotto sotto, lo sa!

Il tempo che fa

Ah sei tornato finalmente!
Eh certo, siamo a Maggio era pure ora...
Si può sapere dove sei stato, anzi sai che ti dico, non lo voglio sapere, non me ne importa più nulla.
vai, vieni, ti nascondi, poi torni e che ti aspetti, che di nuovo io stia lì a guardarti adorante?
E' finita bello mio, non mi incanti più,
stavolta non sono rimasta ferma ad aspettarti,
sono volata a Londra, sì, e tanto perchè tu lo sappia ho trovato un bel sole anche lì,
mi ha baciata
e lo ha fatto a Hyde Park
capisci?
Hyde Park, non il giardino inglese, non il prato della Cala
Hyde Park,
ma fammi il piacere..non sai manco di che stia parlando..
Mi ha riempito gli occhi ed era grande, molto più grande di te
era chiaro e semplice
molto più di te
non mentiva, come fai tu
Anche le sue lacrime erano sincere,
mi ha pianto addosso e lo ha fatto con delicatezza, quasi a chiedere scusa,
non come quando fai tu che fai scoppiare un finimondo per un nonnulla,
che mi inchiodi in casa o in auto
perchè la tua furia è incontenibile
Lui , anche quando si veste di grigio lo fa con eleganza
tu non sai manco cos'è l'eleganza
sempre con sti colori sgargianti come fosse un carnevale di Rio.
Non si può sempre far festa,
E no, non ci vengo a pranzo con te
sto qui nel mio ufficio
a consumare il mio panino portato da casa
e bere nella coffee cup che ho comprato a Londra
mentre penso a Lui e non guardo te
che mi chiami da fuori la finestra.
Smettila, che tanto non vengo,
no, non mi giro a guardarti
l'azzurro brilla sempre anche quando mente.
Sono tornata, ma non per te
sono tornata perchè le radici sono le peggio catene
sono tornata con l'idea di andarmene di nuovo via appena possibile,
sono tornata, arrabbiata con te e con tutto ciò che ti sta sotto,
e non è il mio spirito inquieto a farmi parlare
non è la stanchezza di un momento e nemmeno il fatto che non c'eri quando  era del tuo azzurro che avevo bisogno.
Io non ti appartengo più
sei solo un cielo che mi è stato caro
che ho amato
forse solo perchè il primo che ho visto quando ho aperto gli occhi.
Sei bello e lo sarai sempre
ma ora basta
non voglio litigare più
resta pure a guardarmi
perchè d'ora in poi
sarò io a decidere il tempo che fa.

ATTENZIONE

Questo blog è dotato di filtro antispam. Se non vedete comparire immediatamente il vostro commento non replicatelo, verrà approvato in fase di moderazione. Grazie