ebaut mi

Mi chiamo stresserentola, ma questo è già chiaro dal titolo del mio blog, la mia storia comincia dove le altre si concludono e cioè dopo il ....e vissero per sempre felici e contenti...
sono sposata, felicemente e da tempo immemorabile con Amò e abbiamo due bambini tuofiglio e tuafiglia a cui ci imputiamo maternità e paternità secondo le peculiarità che vengono fuori di volta in volta.....
abitiamo a Palermo e Lady Mora è la nostra casa, un cantiere perennemente aperto ......
Bhè che altro dirvi, se avete voglia di sapere altro seguitemi....



e se invece volete scrivermi.... stresserentola@libero.it



che dite ... ci vediamo alla prossima?

Lettori fissi

domenica 5 febbraio 2017

non è il fatto che esce da solo tutti i sabato pomeriggio,
non è perché va in giro incappucciato e con gli occhi fissi su un telefonino,
non è nemmeno perché è polemico, ombroso, terribilmente umorale e litigioso con tutti.
No,
Sono gli abbracci,
Sì, te ne accorgi dagli abbracci,
quelli che cerca ancora come qualcosa che sta perdendo
Quelli in cui ti stringe forte ma senti che comunque ti sfugge
Quelli in cui...senti che il bambino che ti si spalmava addosso riempiendo le tue pieghe sta lasciando il posto al ragazzo che sarà...
ed è giusto così, lo sai,
ma porca miseria quanto fa male

mercoledì 1 febbraio 2017

Y Cantor

tanti anno fa cantavo,
lo facevo così, per gioco, con leggerezza, anche per vanità.
Le prove, il palco, le luci, il tempo scandito dalla batteria
tun tun tun
già, il tempo scandito dalla batteria, tun tun tun
quella voce che nasceva da dentro aveva trovato il modo di venire fuori...
era bella?
Era acerba, ma viva
era piccola e sgraziata
ma frizzante e impulsiva
tun tun tun
quella voce che nasceva da dentro spalancava porte e correva fuori
veloce, prorompente e portava con sé tutto quello che trovava in intorno
emozioni, desideri, sogni, 
prendeva tutto e lo catapultava fuori senza fare distinzione
senza nemmeno guardare cosa trascinava con sé
tun tun tun
quella voce che nasceva da dentro aveva buttato tutto fuori,
il gioco piano piano non era più un gioco,
su quel palco, per quanto trucco potessi mettermi addosso ero, completamente, nuda.
La vanità lasciò il posto all'imbarazzo,
scesi da quel palco e rimisi tutto dentro
facendo anche un po' di ordine:
i sogni divisi tra progetti e illusioni,
le emozioni ben distinte e catalogate,
e i desideri...nell'indifferenziato.
tun tun tun
non c'era più una batteria che dava il tempo, bastava un orologio e un calendario e il tempo veniva scandito ugualmente.
quella voce che nasceva da dentro non uscì più fuori,
trovò un'occupazione più che dignitosa, era diventata brava nella catalogazione e si dedicò a quello;
ordine e disciplina:
compilò elenchi di emozioni da gestire,
chiuse sotto chiave quelle da non poter gestire,
stipò nei ripiani più alti le illusioni,
frustrazioni, rimorsi e rimpianti in ordine alfabetico.
Si pose l'obiettivo di smaltire e non accumulare più delusioni 
e fu proprio brava in questo!
Se tutto quello che lasciava uscire era misurato e cadenzato, secondo un rigido sistema di valutazione e filtraggio sarebbe riuscita nel breve tempo a ridurre le delusioni se non addirittura azzerarle nel lungo periodo.
Obiettivo raggiunto!
Almeno fino a un comunissimo quanto anonimo giorno di novembre.
Per caso, per sbaglio o per un inconsapevole appuntamento con il destino
in un'aula di un Palazzo nobiliare incontrai un tizio.
Alto, capelli grigi, occhiali da vista e accento romagnolo, niente di ché, nessuna impressione in particolare,
poi prese il microfono, anzi no, non lo prese proprio
si mise a cantare senza e la sua voce riempì quella stanza
era una voce che veniva da dentro,
apriva tutte le sue porte, tutte, tutte, 
e potevo guardarci dentro, oh mio Dio, quanta roba, ma quanta...
era voce
era emozione e passione
era essenza
era anima e tormento
era vero,
quanto amore..quanto dolore..quanto di tutto
troppo di tutto..
e lo mostrava lì senza filtri
senza imbarazzo
senza vanità...
Ho pianto, sì, ho pianto
ho pianto senza lacrime
era un pianto che veniva da dentro
erano lacrime che scorrevano dentro e inondavano tutto...
Non mi ha chiesto mai nulla, mi ha dato un microfono che chiama "il tuo"  e mi sono fidata.
La voce è uscita, di nuovo,
potente, arrabbiata
e con la furia di chi per troppo tempo è rimasto al buio,
mi sono fidata
e ogni giorno apro scatoloni e tiro fuori roba stipata
non è tutto bello, alcune cose non so più come usarle e alcune porte non si aprono, ancora,
continuo a fidarmi
perchè il tizio alto, con gli occhiali i capelli grigi e l'accento romagnolo
mi dice bello quando è bello,
migliorabile, quando è brutto,
e mi aiuta quando c'è una porta che proprio non vuol saperne di aprirsi...
 mi fido anche se so che il rischio è altissimo
che una delusione oggi sarebbe talmente grande e nuova da non lasciare spazio a molto altro.
mi fido perché c'è un
tun tun tun
che oggi so che non è una batteria 
ma un cuore
in una voce
viva.

giovedì 19 gennaio 2017

Solo 19


E' stata in ansia per un suo amico, il combattente, che riattaccato con 60 punti e tubi ovunque l'ha chiamata alle 7.00 del mattino per tranquillizzarla e comunicarle la vittoria;
Ha condiviso il suo spazio vitale con un frigorifero, una lavatrice, l'albero di Natale il presepe, cavalletti da falegnameria, scatoli di parquet e una cassetta di arance mentre sua figlia ritrovava in questo, l'habitat ideale per il pattinaggio a rotelle;
Ha ristrutturato 7 mq su 95  totali, che sembrano pochi ma sufficienti per convincerla a cominciare un corso di meditazione zen prima di procedere con i restanti 88;
Ha visto la rappresentazione teatrale peggiore di tutti i tempi ma in compagnia di un essere speciale capace di portarla bere senza bere, cogliere il silenzio dietro le parole e  porle domande senza pretesa di avere risposte.
Ha cantato "Odio l'estate"  quando fuori c'erano 5 gradi riuscendo ad essere quasi credibile;
E' uscita da casa con tre paia di calze addosso e ha imparato che per la  pipì deve pensarci per tempo;
Ha assistito a un'altra cosa bella bella ma qui non la può dire, ancora, però è bella bella, fidatevi.
Ha rotto un asse e due ferri da stiro e si sta impegnando per far fuori il terzo, no, non è l'universo che manda segnali è che, quando c'è incompatibilità la diplomazia si manda a benedire;
Ha camminato sotto la pioggia cogliendo poesie nelle luminarie, poi l'è venuta la cervicale e ha pensato che ha fatto una minchiata.
Ha provato il riso nero  e il cioccolato fondente con scorzette di limone e pepe rosa e ha scoperto che se del primo si può benissimo fare a meno, il secondo potrebbe diventare un'altra pericolosa dipendenza, sarebbe stato meglio il contrario, ma è fatta così, pazienza!
E' rimasta senza giga sul telefonino e considerando cosa stia accadendo in un paio di gruppi whatsapp è stata quasi una benedizione.
Ha cercato disperatamente dei documenti importanti ma ha trovato solo un ombrello, un burrocacao in stato di decomposizione e la certezza di vivere nel caos.
Ha scritto questo post, ha guardato il calendario,
ha scelto il titolo,
e ha pensato:
Sticazzi!

venerdì 21 ottobre 2016

41

un mare che luccica in un posto pieno di uffici, una patente rinnovata in tempo record in una città che ti stupisce proprio quando non ti aspetti più nulla. 
Gli auguri: dell'amica che arrivano per primi, puntuali, ogni anno da trent'anni; della sentinella che avvisa tutti perché non lo dimentichino; dei colleghi che sono anche un.po' amici anche se ho qualche difficoltà ad ammetterlo; di chi si fa dare il tuo numero per mandarti un messaggio;  di mamma e papà che ti fanno sentire sempre picciridda.
Le parole: di chi ti conosce e riconosce a prescindere dal colore della tua testa, di chi ti mente dicendoti che sta bene perché oggi vuol darti solo pensieri felici; di chi li regala ogni giorno al mondo ma che solo a me riserva  punti e virgole  perché sa che il mio bisogno è dare al tutto un senso.
I regali: una fotografia, uno squarcio di  paesaggio di una passione e un sogno, un pensiero arrivato come una carezza; un libro con tante pagine bianche e una storia tutta da scrivere; la stima di chi stimi; una coperta per quando fa  freddo fuori ma soprattutto per quando fa freddo dentro.
I gesti: il caffè caldo pronto al volo, una spesa fatta a più riprese perché dimentico sempre qualcosa,  una macedonia al gusto di mojto, le arancine di taglia media e l'aperitivo con natura morta, una festa voluta malgrado il mio disfattismo dall'uomo che ha compiuto da solo tutti questi gesti.
E poi? 
Poi è tardi, si chiude la scatola, si mette un bel fiocco, si scrive 41 e si conserva nella stanza dei ricordi, sezione cose belle.
spengo la luce
Buonanotte.

venerdì 22 luglio 2016

E' Felice

-papa' è tornato a casa dalla sua bellissima famiglia, che profumino, che cosa.mi ha cucinato la mia splendida mogliettina?
-insalata di riso, apparecchi?
- buonissima l'insalata di riso
- si, ma è calda perché ho fatto tardi.
-sarà una buonissima insalata di riso calda
- ci ho messo i piselli...dobbiamo cominciare a svuotare il freezer...
- sarà una buonissima insalata di riso calda e con i piselli
- c'era solo una scatoletta di tonno al naturale..quindi va be' oggi così...
- sarà comunque buonissima, non ti preoccupare
- ma che è sta musica?
- de Gregori, ti piace? Oggi pranziamo con il sottofondo musicale...
- ma che hai? Ma chi sei?
- niente, sono felice!

mercoledì 20 luglio 2016

Incontri al buio

Qualche anno fa, ma nemmeno così tanti, c'era una bimba che aveva paura del buio,
un giorno quella bimba piuttosto che scappare via, come aveva sempre fatto, rimase a osservarlo e tutta contenta fece una scoperta,  Il buio era blu!
Oggi quella bimba ha fatto un viaggio durato tanti giorni, ma nemmeno poi così tanti, 
ha fatto nuovi incontri, 
ha conosciuto Nostalgia e insieme a lei lo struggimento infinito e l'attorcigliamento di viscere che l'ha fatta piangere e desiderare di tornare a casa.
Le si è opposta, ci ha provato in tutti i modi che conosceva, a volte ha funzionato, altre no. Poi le si è seduta accanto, l'ha osservata e ha capito:
Nostalgia si nutre di ricordi
e aveva fame, ma in fondo non poi così tanta,
si cibava di tutto ciò che trovava nella memoria, senza scartare nulla,
con una percezione del gusto del tutto particolare
così, il dolce diventava  amaro e l'amaro...dolce.
Tipo curioso questa Nostalgia,
la bimba così pensò che se l'avesse tenuta impegnata, forse, non avrebbe più pensato al cibo,
così prese Nostalgia per mano
e le impose di chiudere un momento la bocca.
Le mostrò il suo telefonino nuovo, rosso, che ha i tasti e non fa foto ma quando squilla fa girare tutti.
Le insegnò a lavare da sola la biancheria usando lo shampoo come sapone e sorprendendosi come in un giorno fosse già asciutta.
Le ha comprato una scatolina a forma di cuore con dentro una collanina in oro e diamanti pagata solo tre euro, poi l’ha persa e l’ha ricomprata da dei signori tanto gentili pagandola solo cinque euro.
L'ha condotta  con sé sui monti a cavallo,  sul fiume con il gommone a fare rafting,
le ha dato la paura di un volo sulla teleferica
e il coraggio di averla superata
ci ha giocato a tennis,
l'ha tuffata in piscina anche quando lei brontolava preferendo la dolcezza del mare,
la dolcezza del mare,
era davvero un tipo  curioso questa Nostalgia,
le ha fatto provare pure  le bolle da orticaria,
non credo che le abbia gradite
ma ha gradito sicuramente le cure di una dolce infermiera che ha spalmato pomate e offerto rifugio per un riposino rubato,
le passeggiate con Silvia e le coccole di Chiara,
l’ha tenuta stretta a sé preparandole tanti bei ricordi
con cui la nostra, ormai amica Nostalgia, potrà nutrirsi nel futuro
e se anche, ogni tanto, le tornava la voglia di  saccheggiare la dispensa,
la bimba la riprendeva per mano mostrandole un altrove del tutto nuovo.
Volendo potrei chiudere qui questa storia lasciando tutti contenti con questo finale rassicurante,
ma, sono solo una voce narrante che si limita a raccontare i fatti 
e i fatti ci dicono che la bimba nel suo viaggio fece anche un altro incontro:
la chiamano Prepotenza
no, non quella di una scaramuccia qualunque
era quella Prepotenza brutta brutta
quella che ti urla, ti rimprovera, ti riempie di parolacce
quella che ti fa sentire in gabbia, braccata, sbagliata
quella che le viscere non solo te le attorciglia
ma te le tiene in pugno strette strette fino a torglierti il fiato.
Non starò qui a raccontarvi di lei,
perché per quanto questa voce narrante sia maestra nel farsi andar bene ciò che è girato male,  davanti a Prepotenza non accetta compromessi,
perché se una cosa le è chiara e che non serve sviscerare la bruttezza per renderla tale e soprattutto che a quelle come lei lo spazio va tolto, non dato.
Mi limiterò a raccontarvi cosa fece la bimba davanti a questa nuova conoscenza:
L'ha ignorata, per quanto ha potuto.
Le si è opposta, per quanto la paura le ha concesso.
No, non si è mai seduta accanto a lei,
non l'ha osservata più di tanto né tantomeno l'ha presa per mano,
la bimba,
ha fatto l’unica cosa che era giusto fare
ha chiesto Aiuto.
Non è stato facile,
ha usato tutti i suoi 9 anni di grandezza,
tutto il metro e 40 cm di fiducia e coscienza di cui disponeva, 
42 kg di coraggio allo stato puro
e ha chiesto Aiuto.
Forse era l’unica ad avere i giusti ingredienti
o l’unica a sapere come usarli
poco importa
la formula era esatta,
Aiuto è arrivato e ha trasformato Prepotenza in un esserino piccolo piccolo e totalmente inoffensivo.
Finisce qui questa storia,
mentre la bimba prepara la sua valigia per tornare a casa e si rende conto che ha messo dentro più roba di quanta ne avesse prima,
d’altronde. anche lei è più roba di quanto non fosse prima...
ed è giusto così, il viaggio è soprattutto questo.
La chiudo qui questa storia e la chiudo adesso che sono ancora voce narrante  di fatti ascoltati da un telefonino rosso che ha i tasti e non fa foto ma che quando squilla racconta pezzetti di storia che ho solo cucito insieme.
Domani sarò silenzio,
sarò braccia che stringono e lacrime di felicità 
Domani sarò mamma 
sarò orgoglio
sarò stima e ammirazione
per una  bimba
che ancora una volta
guarda il buio e lo scopre Blu.

Stop

Tuofiglio è partito!
io ho mal di testa da 48 ore.stop
Amò  è in mutismo selettivo.stop
Tuafiglia piange come una vedova inconsolabile.stop
Mio padre tagga il mondo con siti porno.stop
Per il resto tutto bene. Stop
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